«Oggi – aggiunge Mario Passetti – siamo particolarmente felici e soddisfatti perché presentiamo un’ulteriore concreta iniziativa di co-marketing: gli artigiani della vetrina d’artigianato avranno la possibilità di inserire una loro creazione nel merchandising ufficiale del Cagliari Calcio. Alla fine della Prima Guerra Mondiale la Opel dovette provvisoriamente abbandonare anche il progetto della penetrazione nel mercato russo. L’esperienza nel settore aeronautico permise alla Opel di sperimentare nuove soluzioni tecniche, come la distribuzione a punterie idrauliche e l’avviamento elettrico. Nella seconda metà del XVII secolo, quando le invasioni ottomane nel Salento cessarono del tutto, il castello di Maglie perse la sua utilità come struttura difensiva, e ben presto cadde in disuso. Si dovrà attendere la seconda metà del decennio per avere un punto di svolta nella situazione. Nel campionato di Serie A 1994-1995 il Foggia usa una maglia a sette strisce, dove le quattro nere sono notevolmente più piccole rispetto alle tre rosse, mentre la seconda e terza maglia sono rispettivamente bianca e gialla con disegni romboidali rossi e neri sulle spalle. Solamente contro l’Irlanda, nell’amichevole di Dublino, la maglia fu abbinata ai pantaloncini blu notte. Ma a questo punto Top, il quale giaceva nel cantuccio vicino alla civetta, tese gli orecchi, si alzò, precipitò all’uscio; e drizzato su due piedi contro di esso, si mise ad abbaiare e a guaire affettuosamente.
Il girone d’andata si chiude col pari casalingo contro il Genoa, che lascia i giallorossi al diciottesimo posto, a pari punti con il Cagliari. Meglio il girone di ritorno allenato da Vincenzo Torrente nel quale ottiene 35 punti. Tale produzione era partita molto in sordina per via dell’esiguo numero di esemplari prodotti, maglia lazio 2025 specie se confrontato con le massicce vendite nel settore puramente automobilistico. Tale notevole espansione nella gamma, nel giro di affari e nel numero di esemplari prodotti, fu ribadita anche negli anni seguenti con la nascita di nuovi modelli su progetto Darracq, tra cui la costosa 30/32 PS, dotata di un motore da 4.7 litri e con la quale la Opel entrò di prepotenza nel settore delle auto di lusso. A completare l’offerta nelle zone intermedie di tale gamma giunsero la 8/25 PS, evoluzione del precedente modello 9/25 PS prodotto in quantità limitate durante la guerra e dotato di un motore da 2,2 litri, e la 12/34 PS, con motore da 3,1 litri. E fu proprio lo zar Nicola II a notare la Opel quando durante una gara di durata tenutasi nel 1909 in Russia fu proprio una Opel ad aggiudicarsi la competizione. Quest’ultimo modello fu destinato a rimanere in listino ancora per pochi mesi, fino alla fine del 1919. Per quanto riguarda i mezzi commerciali, vennero mantenuti in gamma svariati modelli prodotti durante la guerra, o addirittura prima di tale evento.
Alla scoppio della Grande Guerra, la Opel ricevette ingenti commesse da parte dell’Impero Germanico, che richiese un grosso numero di autocarri da destinare all’utilizzo in guerra. Tale modello poteva essere scelto anche con portata massima di ben 4 tonnellate e andava in questo caso ad affiancarsi ad altri autocarri Opel di pari portata ed introdotti sempre nel 1912. Questi ultimi montavano un motore da 6,2 litri ed erogavano fino a 50 CV. Tali sperimentazioni, in realtà, vennero imposte alla Opel ancora una volta dall’alto, visto che lo stato maggiore tedesco esigeva delle vetture di rappresentanza adeguate e aveva pensato pertanto di trapiantare un motore derivato dalla produzione Argus sotto il cofano di tali vetture. A tale risultato contribuì anche la nascita e la rapida espansione di una rete di vendita Opel che si sarebbe estesa in pochissimo tempo anche oltre i confini tedeschi. Il 31 ottobre del ’76 vide la luce il quindicinale Fuorigioco, rivista ufficiale del club, in vendita nelle edicole della città perugina. Già alla fine del 1905, la Casa di Rüsselsheim poteva contare sull’appoggio di ben cinquanta punti vendita presenti anche all’estero.
Basti pensare che se alla fine del 1923 furono solo 724 le autovetture prodotte, esattamente un anno dopo la Opel chiuse l’anno con 4.571 unità prodotte, una cifra comunque destinata a salire verso livelli impressionanti mai raggiunti in precedenza dalla Casa di Rüsselsheim. Tra il 1904 ed il 1905 furono quasi seicento le autovetture Opel consegnate ai clienti: in quegli anni, fu un risultato assai positivo per una Casa automobilistica. L’unico risultato commerciale appena degno di nota fu il superamento delle 30 000 unità prodotte dalla nascita della Opel. Ma la Opel auspicava il raggiungimento di una propria autonomia, senza più dipendere da altri costruttori nella concezione dei propri progetti. Dal leone del Camerun, emblema famoso in tutto il mondo, deriva il soprannome dei componenti della nazionale, i leoni indomabili. L’ultimo di questi uscì dal listino Opel nella primavera 1907. In quello stesso anno uscirono di listino i modelli monocilindrici, ma nel contempo la gamma si arricchì di nuovi modelli, fino alla fine del decennio, quando la gamma Opel risulterà composta da undici modelli, dalla economica 4/8 PS «Doktorwagen» alla proibitiva 33/60 PS con motore da ben 8,6 litri.