La maglia a quarti progettata dalla Hummel per la nazionale danese per la Coppa del Mondo del 1986 ha suscitato grande scalpore tra i media, ma la preoccupazione è stata sollevata dalla FIFA per la sua comparsa in televisione. È un momento di affermazione, come dimostra la lettera di Ronaldo sui social media, dove ha descritto Vinícius come il miglior calciatore del mondo. Ronaldo? Non so se è il più completo contro cui abbia mai giocato ma in questo momento è il più decisivo per il ruolo che si è ritagliato come bomber puro. Lo striscione “Aquile Nerazzurre” venne rubato dai romanisti in un Inter-Roma del novembre ’81. Allora, precisamente il 25 novembre 2004, Sergio Cassingena in rappresentanza del gruppo Sisa e Nicola Baggio acquistarono la proprietà della società biancorossa dalla finanziaria inglese per 6,5 milioni di euro, accollandosi anche i debiti che ammontavano più o meno a 3,5 milioni di euro. La volta dopo che si rincontrano quindi (2006/07), il clima non è dei più tranquilli, con la polizia che non si fa trovare impreparata, e i torinisti che cercano il contatto coi nerazzurri all’arrivo dei bus provenienti dalla stazione. Mantova”, sistemato in modo che appaia solo la scritta “Boys”, in Roma-Inter 02/03, sottratti ai tifosi nerazzurri nel fatale 5 maggio ’02.
”. -Rapid Vienna: incidenti a Vienna nella gara di ritorno dei 32.i di finale di Coppa Uefa 1990/91, quando ad attendere i nerazzurri si presentò un bel gruppo di austriaci che caricò gli interisti che avevano per scorta solo un poliziotto, maglia real madrid dragone nonostante l’Uefa avesse dichiarato il giorno prima ad alto rischio la partita. Cenni storici: Su suggerimento del Mago Herrera, “Moschettieri” prima e “Aficionados” poi, organizzano in maniera primordiale il tifo a San Siro, una forma di sostegno comunque ben lontana da quella che s’intende oggi. In seguito viene coniata la denominazione “Boys-Le Furie Nerazzurre”, rimasta fino ai primi anni ’80, anche se, nel 1975, il gruppo era diventato “Boys S.A.N.”, restando così fino ad oggi. La trasferta di Como, nell’anno dello scudetto dei record 88/89, rappresenta uno degli esodi più massicci in quel periodo degli interisti, che salutano i lariani con l’irriverente messaggio “Tranquilli, oggi non vi picchiamo”. Barcellona: violenti scontri all’esterno del “Camp Nou”, a circa mezzora dall’inizio della gara, tra interisti, con i loro gemellati del Valencia, e gli hooligans del Barça, di ispirazione indipendentista. Ascoli: al termine di Ascoli-Inter del settembre ’88, un gruppo di skins interisti, viene fatto passare, per riprendere il proprio pullman, contro ogni logica, sotto la Sud ascolana, proprio quando escono i padroni di casa: ne nasce così un parapiglia generale, con la polizia ferma e, nella confusione, viene colpito brutalmente Nazzareno Filippini, 30 anni, personaggio di spicco del “Settembre Bianconero”, allora gruppo-guida della Sud ascolana, che, trasportato d’urgenza all’ospedale, morirà dopo qualche settimana di agonia.
A Milano nel 2000/01 avviene un episodio strano, che farà molto discutere: come in altre occasioni la curva Nord atalantina organizza una scooterata per Milano, che stavolta però finisce direttamente sotto la curva di casa, e si verificano scontri. Nell’estate del 1991, fuori da una discoteca di Rimini, in una rissa tra tifosi di Inter e Napoli, viene barbaramente ucciso il milanese Luca Scio, ingiuriato a più riprese da striscioni offensivi dei partenopei, e ricordato dalla curva Nord con lo striscione “Luca: morire a 16 anni per essere interisti… Nei tafferugli del 94/95 a Torino gli interisti persero gli striscioni “Nuova Guardia”, preso peraltro quando era appeso alle recinzioni esterne dello stadio da due ragazzi entrati in campo indisturbati, “Viking” e “Irriducibili”. Anche i milanisti non persero l’occasione di sbeffeggiare i nerazzurri, con striscioni come “Picchiate i motorini, siete una curva di cretini” e “La squadra fa i festini, la velina fa i pompini, alla Nord restano solo i motorini” (Milan-In 00/01). L’anno dopo i bergamaschi rinunciano alla trasferta “motorizzata”. In Atalanta-Inter 84/85 esposto lo striscione “Boys” interista, grattato, in curva atalantina. I celerini poi, dentro lo stadio caricarono ignobilmente, provocando e arrestando dei ragazzi, che risposero senza paura; ma i “Boys” si sono scatenati solo dopo essere scampati all’agguato tesogli dai viennesi.
Negli anni ’70, periodo pioneristico degli ultras, i “Boys” si distinguono per organizzazione e affiatamento: l’Inter è seguita in quasi tutte le trasferte, anche quelle, epiche per il periodo, di Roma, Napoli e Bari. I giocatori, possono anche scegliere di indossare copricapi per proteggersi da lesioni al capo fino a quando non presenta alcun rischio per la sicurezza di chi lo indossa o di qualsiasi altro giocatore, come nel caso di Petr Čech o di Cristian Chivu. Nel corso del campionato le squadre avversarie faranno ruotare i giocatori in base alla competizione e cambieranno modulo quando sarà necessario. Perché è bello vedere dal vivo un simile campione, ma è un po’ meno bello assistere all’ennesimo campionato senza storia. Se invece la lista viene raffinata, inserendo solamente i dati provenienti dalle 5 squadre più importanti dei 31 campionati analizzati dal CIES, le notizie per i nostri settori giovanili migliorano: se sul podio la sorpresa è il Lione al terzo posto con 31 top player usciti dai suoi vivai (alle spalle del Real Madrid capolista e dal Barcellona, con 41 e 34 calciatori), l’Inter sale alla posizione numero 6, il Milan alla 8 e la Roma alla 14. Trentesimo gradino per l’Atalanta e 42mo per la Fiorentina, mentre la Lazio si pone al 49mo posto.